Vai al contenuto

Visual safety

Visual safety: La comunicazione negli ambienti di lavoro

La comunicazione negli ambienti di lavoro: “visual safety”

A volte ci dimentichiamo di trarre delle conclusioni a fronte di eventi anche estremamente rilevanti che il contesto in cui viviamo ci offre.

La pandemia che tuttora ci coinvolge viene per lo più riconosciuta come entità autonoma da vincere coinvolgendo risorse su risorse e restituendo a tutte le altre tematiche un ruolo secondario. È un approccio sbagliato? Incauto? Superficiale? Adeguato? Esagerato? L’unico possibile? 

Ciò che risulta evidente è che sia stato innescato e che sia tuttora attivo un approccio sistematico. Un approccio che, inevitabilmente, si muove su due binari: quello della prevenzione e quello della protezione.

L’impatto comunicativo introdotto durante le prime fasi dell’emergenza pandemica è stato talmente massiccio che ora a prevalere è finalmente l’inerzia, frutto della comunicazione attuata.

Cosa ci ha insegnato questo? Quali conclusioni possiamo trarre? Possiamo applicarle al campo della sicurezza sul lavoro? Abbiamo avuto modo di constatare quanto impegno (insistenza del processo comunicativo) sia stato impiegato per muovere una enorme massa comunicativa per la salvaguardia di un valore massimo quale la tutela della salute. Perché così tanta energia (intesa come sviluppo dinamico del processo comunicativo) per raggiungere un obiettivo così facile? Semplicemente perché è necessaria. Diversamente potremmo convincerci di tutto senza alcuna refrattarietà. E pensare che le regole comportamentali da promuovere per tutelare la salute pubblica sono talmente semplici: l’uso della mascherina, la pulizia delle mani ed il distanziamento sociale.

Del resto nei contesti produttivi, comunemente refrattari al concetto di tutela della salute, spesso ripetiamo quanto sia difficile convincere le maestranze all’idea di proteggersi o di comportarsi in maniera sicura.

Alla fine, anche se con tanta fatica, la comunicazione Covid-19 ha prevalso su tutto, anche sull’aspetto coercitivo.

Le prescrizioni e i divieti non sono serviti o almeno non tanto quanto la comunicazione.

Nessuna novità! In fondo è quanto accade anche nei luoghi di lavoro quando la comunicazione è seducente e persuasiva.

È giusto dunque riconoscere la potenza della comunicazione al di là della massa comunicativa e delle energie dispiegate: il beneficio è sempre maggiore, in particolare nei luoghi di lavoro. 

Allora osserviamo l’efficacia della comunicazione in questo contesto unico e globale ove tutto converge verso la tutela della salute. 

Alcune considerazioni (fatica/energia) sulla efficacia della comunicazione Covid-19:

  1. proviene da più enti;
  2. è presente in più ambienti;
  3. è semplice e d’impatto;
  4. è convincente;
  5. è di fonte sicura;
  6. è familiare: coinvolge tutte le generazioni;
  7. è correttiva: riproposta nei luoghi ove si evidenziano criticità;
  8. è dinamica e non statica: cambiano il formato e le immagini ma non i contenuti;
  9. è emozionale: violenta (soggetti sofferenti, immagini forti), solidale (la mano tesa verso chi è in difficoltà), di impegno (i medici in prima linea);
  10. è inerziale, cioè continua ad avere effetto.

 

Il rischio è dunque quello di credere di fare comunicazione efficace ma in realtà di non farla affatto, spendendo comunque fatica ed energia. I punti di cui sopra convergono verso la comunicazione efficace, quella che ha definito i comportamenti anti Covid-19. Il rischio che la comunicazione non sia persuasiva è sempre molto alto. Una comunicazione statica, prevedibile, non rinnovata, difficilmente potrà generare efficacia o ancor più mantenersi attiva sulla base di un semplice principio inerziale. La comunicazione efficace si concretizza per effetto di una somma di fattori. Verosimilmente, i punti da 1 a 10, possono essere determinanti per la comunicazione efficace ma valgono dispendio di risorse ed energie. 

Attenzione: quando un progetto comunicativo non si rinnova, non arriva e non porta il cambiamento, mina anche i progetti successivi per sfiducia.

Il progetto “Visual Safety”” intende promuovere comportamenti sicuri negli ambienti di lavoro. L’obiettivo è chiaro, fare una comunicazione innovativa, efficace e di durata, capace di portare al cambiamento ed imprimere anche un effetto inerziale.

Dapprima un confronto col cliente per individuare gli ambiti su cui muoversi, poi la presentazione del nostro Modello Comunicativo, l’approvazione del progetto e l’avvio della personalizzazione del Modello Comunicativo Aziendale.

Allestimenti all'entrata delle zone produttive

Poster lungo i percorsi pedonali

Zone dove testare gli sforzi

Volantini da consultare e conservare

Portfolio
Portfolio
Portfolio

Immagini che sorprendono e vengono ricordate

Portfolio
Immagini realizzate
150 +
Adattabilità a supporti digitali e non
100 %
Apprezzamento dei lavoratori
92 %
DATI SOCIETARI

Via Borgo San Antonio 12 B/1 – Pordenone (PN) – 33170 – Italia

info@gegconsulenze.com

PEC: gegconsulenze@pec-neispa.com

 

PI: 01492550932

G&G mascotte pesce palla giapponese